mercoledì 16 maggio 2007

Lecce...la Firenze del Sud

Lecce, città di architetti e scalpellini che l’hanno resa splendida e inconfondibile, attraverso le pieghe del suo volto barocco.

Una città ricca di monumenti e chiese , di palazzi e ville, di corti e vicoletti.

Si attraversa spesso quella piccola stradina che da Piazza Sant’Oronzo porta dritta alla Basilica di Santa Croce…un tripudio di arte e cultura che danzano fra leoni, draghi e putti.

Non si può non ammirare il rosone che esprime nella sua grandezza tutta la bellezza dell’arte barocca.

E cosa dire del Duomo...incantesimo di luci e forme architettoniche straordinarie, alle quali si resta senza dubbio affascinati.

Lo spettacolo è composto dal Duomo, il Campanile, il Palazzo del Seminario (molto bello il chiostro con un bellissimo pozzo barocco al centro) e il Palazzo Vescovile.

Di rinomata importanza le diverse chiese che si snodano fra i vicoli della città, fra le più importanti ricordiamo la Chiesa di San Matteo e il Chiostro dell'ex Convento degli Olivetani, la Chiesa di Sant'Irene, la Chiesa di Santa Chiara, la Chiesa dei SS. Niccolò e Cataldo.

Da visitare il Castello di Carlo V, oggi sede di varie attività culturali.

Lecce, chiamata anche la Firenze del Sud, affascina e piace ai milioni di visitatori che anno dopo anno si recano qui nel Salento e magari ci ritornano, per assaporare il gusto delle notti salentine e la magia dell'accoglienza di questo popolo.

Londra e le sue Bellezze

Il Nostro Viaggio a Londra

Ecco il diario di viaggio della nostra visita a Londra nell'agosto del 2006. La nostra visita è durata 3 giorni (esclusi il giorno di arrivo e quello di partenza) ed ha costituito la prima tappa del nostro viaggio verso la Scozia. La città londinese è nota ai più e non staremo a tediarvi con dettagli su cosa abbiamo visto, ma cercheremo di indicarvi i luoghi di interesse essenziali che si possono visitare durante una breve visita (anche solo per la durata di un weekend visti i prezzi bassi dei voli Ryanair ed Easyjet che rendono la trasferta relativamente economica).

Alloggio e modalità di trasferimento

Abbiamo alloggiato al Princess Hotel, un piccolo alberghetto nei pressi della Kings Cross Station, le camere sono molto piccole (nella nostra, una doppia, c'era spazio per il letto matrimoniale e poco più), ma nel complesso l'albergo è pulito e silenzioso e i prezzi contenuti (60 GBP con tanto di British breakfast) e la vicinanza a luoghi notevoli come il British Museum e la British Library, ne fanno un'ottima base per una visita della città.

Come accennato l'hotel è a due passi da Kings Cross ed è facilmente raggiungibile sia in metro che in treno: comodissimo per chi atterra a Gatwick e vuole trovare un hotel in centro a basso prezzo (il collegamento da Gatwick a Kings Cross Thameslink impiega circa un'ora e costa 20 sterline andata e ritorno; i treni sono molto frequenti a partire dalle 3 del mattino fino a notte fonda).

Noi abbiamo visitato la città a piedi (l'albergo dista un'ora di camminata da Trafalgar Square) un poco perché maniaci del moto e un poco per entrare maggiormente nell'atmosfera della città.

Tra le principali attrazioni londinesi che abbiamo visitato citiamo quelle che a nostro avviso sono dei must in una visita:



* La Tower of London, con i secoli di storia che si porta appresso.
* Il celeberrimo Tower Bridge, uno dei simboli più famosi di Londra.
* Buckingham Palace con il pittoresco (e pomposo!) cambio della guardia.
* Trafalgar Square, con la statua di Nelson che domina sulla piazza, sempre popolatissima (per gustarvi la piazza semivuota visitatela al mattino).
* Nei pressi di Trafalgar trovate anche la National Gallery e la chiesetta di Saint Martin in the Fields.
* Piccadilly Circus, un'altra affollatissima zona di ritrovo ricca di negozi. Da non perdere la statua di Eros al centro della piazza un altro dei simboli londinesi.
*
* La House of Parliament, sede del parlamento, ed il Big Ben La austera Westminster Abbey, le cui guglie torreggiano sugli edifici circostanti.
* Per i patiti del Codice da Vinci non dimenticate la Temple Church, chiesetta piccola e poco segnalata, ma molto bella.
* La Saint Paul's Cathedral.
Tornando al profano non perdetevi Covent Garden animatissima zona di mercato, shopping, ristoranti e zeppa di bancarelle varie.

Tra i musei (il cui dazio d'ingresso è a offerta libera) noi abbiamo visitato

* Il British Museum, non perdete la Stele di Rosetta e la mummia di Cleopatra.
* Il National History Museum.

Inoltre, se siete appassionati del genere Musical Londra è una vera mecca del genere: noi abbiamo scelto il musical di Mary Poppins.

Luna di miele alle isole hawaii

Introduzione
Anche se in Italia sono un poco passate di moda negli ultimi anni, restano un sogno che abbiamo realizzato. Noi abbiamo soggiornato nell'arcipelago per 18 giorni ed abbiamo visitato tre delle isole più rappresentative: Big Island, Kauai e Oahu.

BIG ISLAND, oltre ad essere la più estesa è anche la più varia, in essa potete trovare un poco di tutto quello che le Hawaii vi possono offrire: relax, paesaggi naturali (dalla lava alla foresta pluviale) e tanto mare per fare snorkelling. Ideale per chi cerca una vacanza sole & mare. Per le foto dell'isola andate qui

OAHU, la più turistica e paesaggisticamente la meno bella. Ottima se si vuole visitare velocemente l'arcipelago. Le spiagge sono belle e sicure. Per le foto dell'isola andate qui


KAUAI, la più bella, ma anche la più piccola e meno varia. Ideale per chi è alla ricerca di un tranquillo contatto con la Natura. Qui il mare può essere molto pericoloso. Per le foto dell'isola andate qui


Itinerario

9 settembre 2005
"Leaving New York is never easy"; ormai le mille luci di New York sono alle spalle, è tempo di Hawaii!
Il volo diretto Newark-Honolulu (Continental anche questo) dura ben undici ore, ma ci pensano un bambino posseduto (furiosamente determinato a scardinare il sedile di chi gli stava davanti nell'aereo, ovvero mia moglie...) e un indiano petomane (che pure se la rideva ad ogni tanfata!) ad allietarci la trasvolata...
Appena mettiamo piede ad Honolulu si respira subito un'aria nuova: qui l'atmosfera è più calma, rilassata; il motto locale (Valido a Maui, ma non solo...) è "EAT, DRINK AND BE MAUI" traducibile con un bel "mangio, bevo e me ne fotto". Niente più poliziotti incazzati e gente sclerata, così comuni a New York, qui tutti se la prendono comoda senza affaticarsi troppo.

10 settembre 2005
Dopo aver pernottato a Waikiki, la mattina dopo prendiamo un volo interno e atterriamo a Kona, sulla costa occidentale della Grande Isola; affittiamo un'auto: per qualche strano motivo i tipi della Hertz ci appioppano una mostruosa e ingordissima Pontiac Grand Prix GT una berlina, ovviamente a benzina, da 3800 cc (sì, 3800 cc) e 260 cavalli (sì, 260 cavalli); perchè affittino un simile missile in un'isola dove il limite massimo di velocità è 80 all'ora (sì, 80 all'ora) resta un mistero... mah!
A bordo di 'sto mostro che consuma come un camion ci dirigiamo alla volta dell'Hotel, l'Outrigger Keahou Beach Resort nella cittadina di Kona.
Lungo la strada abbiamo il primo assaggio della natura hawaiiana: in pochi chilometri passiamo dalle distese di verde al paesaggio lunare delle colate laviche più recenti; avanzando verso sud notiamo sulla nostra destra una 'collinetta' perennemente avvolta dalle nuvole: il vulcano Mauna Loa che con i suoi 4000 metri e passa domina questa parte dell'isola.
Rincoglioniti dal fuso passiamo il resto della giornata a prendere il sole e a passeggiare sul lungomare dove abbiamo occasione di ammirare molti cottage nello stile locale ("mangio-bevo-e...") letteralmente annegati in boschetti di palme da cocco (con tanto di cartelli che segnalano di stare attenti alle "falling coconuts", pare che qui beccarsi una noce di cocco in testa sia una delle principali cause di morte!).
Nel pomeriggio assistiamo, tra l'altro, ad un paio di matrimoni in stile hawaiano: quelli con cerimonia sulla spiaggia, in mezzo alle palme, dove gli sposi hanno la collana di orchidee e gli invitati son seduti su sedie bianche, sembra davvero di essere in uno dei telefilm di Magnum P.I.!

11 settembre 2005
Domani è un altro giorno, come dicevano una volta. Il nostro 11 settembre inizia con una veloce visita a Holualoa a vedere le piantagioni di caffè che a dire il vero non ci dicono un granchè... e poi ci dirigiamo verso il Pu`uhonua o Honaunau National Historical Park (nome facile da ricordare vero? eh sì, preparatevi a tutta una serie di nomi impronunciabili e kilometrici...).
Il parco è suggestivo: tutta la struttura (completa di templi indigeni) è adagiata su una colata lavica antica e tutte le rocce sono nere come il carbone. È uno spettacolo mai visto, spiaggia bianca, fondale nero di lava, le palme ed un mare dal colore intensissimo. All'interno del parco, i resti di un'area sacra che anticamente forniva rifugio a chiunque fosse rimasto vittima di un kapu (anatema, maledizione) il quale, raggiunta l'area dei templi, veniva assolto dai sacerdoti di tutte le colpe compiute e non veniva più punito. Oltre ai resti archeologici e alla ricostruzione degli ambienti originari (con tanto di antichi idoli), si ha la possibilità di incontrare le sea turtles che vengono a riva a riposarsi e a riprodursi.
Terminata la visita al parco, ci fermiamo in una spiaggia pubblica vicina all'ingresso dove facciamo un poco di snorkelling (pesci colorati a gogò e pure alcuni jellyfish che mi urticano la moglie!). Rimessici in cammino, cerchiamo di raggiungere il Captain Cook's Monument, ma dobbiamo rinunciare in quanto raggiungibile solo via mare.
Visitiamo la Painted Church, un gioiellino di chiesetta avvolta nella vegetazione tropicale. Qui per la prima volta troviamo i moa, una specie di galline rinselvatichite portate ivi dai primi polinesiani.
Dopo aver pranzato in una Coffe Rostery in mezzo alla foresta (dove ci offrono 3 tipi diversi di caffè, tutti buonissimi!) ci spostiamo a nord, verso Kailua e oltre fino al Kehaha Kai State Park: qui la strada è impossibile per la nostra Pontiac, quindi proseguiamo a piedi in mezzo ad una fantastica distesa di lava nera (del tipo detto "Pahoehoe", ovvero molto fluida) con tanto di scritte con i sassolini bianchi che fanno un grande effetto. Ogni tanto emerge in mezzo alla lava un cespuglio verdissimo.
Al termine del cammino (una buona mezzora a piedi in mezzo alla desolazione) troviamo un parcheggio nei pressi della spiaggia con tanto di cartelli che segnalano che la spiaggia non è sicura soprattutto di notte. Camminiamo in mezzo alle palme e sbuchiamo in una spiaggia bellissima di sabbia grossa dorata e nera, chiamata infatti sale e pepe.
Ormai si sta facendo tardi e torniamo sui nostri passi. Sullo sfondo si staglia la maestosa grandiosità del Mauna Kea, gemello del Mauna Loa e ugualmente immenso.

12 settembre 2005
Il mattino dopo alle 6 siamo già svegli come due grilli, qui a quest'ora è già giorno pieno (qui non usano ora legale, la giornata, essendo a basse latitudini, è di 12 ore e alle sette di sera è già buio pesto).
Oggi abbiamo in programma di visitare la costa nord occidentale (il Kohala District). Per prima cosa visitiamo Puako, una pittoresca cittadina avvolta nel verde in mezzo a colate laviche antiche, anche qui il mare ha colori splendidi e le casette avvolte nel verde a due passi dal bagnasciuga sono davvero suggestivi. La tappa successiva è Hapuna Beach, una bellissima spiaggia di sabbia bianca finissima e un mare blu blu blu e le palme tutto intorno.
Ripartiamo sulla Pontiac e ci dirigiamo alla volta del Pu'ukohala Heiau, un sito archeologico situato a pochi km da Hapuna sulla Hw 13. Il tempio di Pu'ukohala fu fatto costruire dal re Kamehameha per onorare il dio della guerra (Ku-kaili-moku) e ottenerne il favore per guadagnare il dominio su tutto l'arcipelago. Il tempio fu costruito da migliaia di uomini che trasportarono le pietre dai vulcani dell'interno fino alla costa dove il tempio venne edificato (tutte informazioni acquisite al visitor center del parco dove per un dollaro ci hanno presentato un filmato esplicativo). Le acque nei pressi del tempio, parecchio torbide, sono molto pericolose perchè infestate da squali anche nei pressi della riva.
Terminata la visita proseguiamo verso Nord, destinazione Hawi, sulla Hwy 270. Sulla strada la nostra Rough Guide ci segnala il Lapakahi State Park a nord di Kawaihae.
Attraverso un sentiero di terra rossa si scende fino alla bellissima spiaggia di Lapakahi fatta di grossi coralli bianchi tondeggianti in mezzo a scogli di lava nerissima. Questa è la zona di un antico insediamento hawaiiano e le vecchie abitazioni indigeni sono state restaurate con cura. Tira molto vento e la luce perfetta rende il luogo particolarmente adatto a foto in stile "mare dei tropici".
Continuiamo poi la nostra strada per Hawi, una piccola e sonnacchiosa cittadina che dovrebbe essere caratterizzata da negozietti di artigianato locale, gallerie d'arte e alcuni ristoranti tipici, ma che in realtà per noi è stata una delusione: poche casette che si affacciano sulla strada in finto stile western. Da lì ci muoviamo verso Waimea; salendo di quota il paesaggio cambia, le mucche al pascolo e i paniolos a cavallo (i cowboy locali, cosi chiamati perchè i primi vaqueros erano spagnoli, espanoles appunto, da cui la storpiatura anglofona) sui prati verdissimi sulle pendici di vecchi coni vulcanici spenti e limati dagli elementi rendono il paesaggio vagamente alpino; a rendere il tutto surreale la maestosità del Mauna Loa pigramente disteso in lontananza come un gigante addormentato.
Passiamo per la città di Waimea senza fermarci a visitare i numerosi ranch che pure scorgiamo ai lati della strada. Torniamo infine ad Hapuna Beach a fare un bel bagnetto.

13 settembre 2005
Oggi è il giorno della visita al Vulcano Kilauea, anche se il tempo pessimo ci rovinerà in parte lo spettacolo. Di buon'ora diciamo addio all'Outrigger Keahou Beach Resort e ci dirigiamo a sud sulla hwy 11. La strada non è granchè e i nostri 260 cavalli (!) rimangono nella stalla... meglio così perchè lo spettacolo è stupefacente: si passa da distese verdissime di cespugli e boschi a mari di lava nera come la pece.
Unico stop di rilievo sulla via per Volcano (l'unica cittadina nei pressi dell'Hawaii Volcanoes National Park), è la spiaggia di Punalu, detta anche Black Sand Beach, per la sabbia nerissima che la caratterizza e che rende la limpidissima acqua del mare nera come il petrolio. L'ultimo pezzo di strada prima di Volcano attraversa il deserto di Ka'u, una distesa rocciosa di cespugli in mezzo ad un mare di rocce laviche taglienti, ed è letteralmente costellato dai cartelli "Nene Xing" che ci avvertono di fare attenzione ai Nene, le papere autoctone delle Hawaii, a pericolo di estinzione.
Arrivati a Volcano troviamo alloggio al My Island Bed and Breakfast Inn. La camera non è eccezionale, ma il prezzo ragionevole (120 USD). Sistemato il pernotto, entriamo nel parco e cominciamo il nostro giro. Subito all'ingresso del parco si trova il Visitor Center (organizzatissimo e zeppo di gentilissimi ranger, altro che Italia!) dove si possono recuperare le informazioni sullo stato (e la pericolosità) dell'eruzione vulcanica.
La caldera del Kilauea è visitabile percorrendo la strada (il crater rim drive) che corre tutt'intorno al vulcano per svariati kilometri oppure seguendo a piedi un percorso analogo sul crater rim trail. Personalmente riteniamo la scelta del percorso a piedi valida solo se si dispone di tanto tempo, inoltre le emissioni di zolfo, presenti ovunque sul vulcano, non sono gradevoli da respirare. Il crater rim drive consente di vedere tutte le maggiori attrazione del parco.
Il primo incontro è con gli Steam Vents, delle spaccature nel terreno dalle quali fuoriesce il vapore dell'acqua scaldata dal magma. Ci spostiamo poi al primo scenic point da dove osserviamo per la prima volta la caldera del Kilauea.
Il primo contatto è davvero impressionante: le dimensioni sono da 'Grand Canyon', un enorme buco circolare dal diametro di un paio di miglia profondo centinaia di metri. Il fondo è composto da magma ormai solidificato e dà l'impressione di un enorme 'tappo' pronto a scoppiare. Questo tappo altro non è che l'antico 'lago di fuoco' solidificatosi negli anni. In tutta la zona il terreno è caldo a tal punto che i piedi sudano copiosamente all'interno delle scarpe. Continuiamo poi il nostro giro osservando la caldera anche da altri punti tra cui il Jaggar Museum da dove osserviamo, tra l'altro una 'piccola' caldera nella caldera: l'Halema‘uma‘u Crater (guardate la mappa del parco per maggiori dettagli).
Gli affioramenti di zolfo sono ovunque: grosse macchie di giallo che rendono la caldera davvero saturnina; anche il respiro risulta affaticato e dopo un poco la gola brucia. Facciamo anche un giro attorno all'Halema‘uma‘u Crater: qui il paesaggio è se possibile ancora più da altro mondo: una immensa distesa nera fatta di tanti 'blob' vetrificati, da un orizzonte all'altro una visione infernale, i colori presenti sono il bianco e il nero, con macchie gialle di zolfo.
Terminato il giro risaliamo in auto e ripartiamo. Fatte poche miglia ci troviamo immersi nella giungla pluviale con le sue cento macchie di verde! La nostra prima meta e' il Thurston Lava Tube una galleria scavata dal magma fuso su una precedente colata di anni fa. Qui la lava non è visibile, il tutto è coperto da macchie di verde, palme, fiori e piante varie. I colori sono splendidi e il verde particolarmente intenso, dalle palme cadono goccioloni di acqua e siamo avvolti in una pioggerellina fine fine.
Sempre percorrendo il crater rim drive arriviamo al Kilauea Iki crater overlook, da dove osserviamo il cratere del piccolo (iki, in hawaiano) Kilauea teatro nel 1959 di una delle eruzioni e più spettacolari che si ricordino. Anche qui il fondo del cratere è avvolto nel fumo emesso da spaccature varie nel terreno. Percorriamo anche il Devastation Trail (un sentiero attraverso l'area devastata dall'eruzione del 1959 che creò il Kilauea Iki): qui il paesaggio è particolarmente suggestivo e infonde una gran pace.
Terminato il giro del Crater Rim Drive continuiamo sulla Chain of Craters Road, 20 miglia di strada asfaltata facilmente percorribile con una stupenda vista sull'oceano e sui vari crateri vulcanici (alcuni ormai annegati nella foresta tropicale, altri recenti) che la strada attraversa.
Arriviamo al termine della strada all'Holei Sea Arch, con l'intenzione di scattare alcune foto alle scogliere e ai calanchi a picco e poi aspettare il tramonto in riva al mare per poter osservare il 'glow', il bagliore della lava che si butta nell'oceano. Purtroppo il tempo brutto ci rovina tutto: piove a dirotto e, bagnati fino al midollo, riusciamo solo a vedere la lava da lontano, che scende dalla montagna per tuffarsi in mare. Che disdetta aver scordato il treppiede in Italia! anche a 1600 ISO riusciamo a fotografare la lava che si tuffa in mare, ma non le colate laviche che scendono dal monte, che rabbia!
Fatte le foto, ritorniamo in auto e ripartiamo per Volcano; siamo bagnati come pulcini e in un'ora di auto passiamo dal paesaggio lunare delle colate laviche al caldo umido della foresta pluviale (tra le tante chicche del nostro 'camion' ci sono i sedili riscaldabili: utilissimi in questo frangente! e io che non mi capacitavo di un tale optional in un'isola dove la temperatura minima in gennaio è 18 gradi!). Il Cottage immerso nella giungla affittato la mattina, ora ci pare assai meno accogliente: lo troviamo freddo e umido!

14 settembre 2005
La mattina dopo ritorna il sole e decidiamo di tornare nel parco e percorriamo velocemente il Crater Rim Drive per scattare qualche foto della caldera senza pioggia. Oggi non piove e non c'è vento per cui l'odore di zolfo è molto più marcato e a volte la respirazione è difficoltosa. Terminato il tour del Crater Rim Drive partiamo alla volta di Hilo sulla costa orientale di Big Island. Questa parte dell'isola è molto più piovosa e la foresta tropicale è praticamente ovunque. Nel frattempo il tempo peggiora nuovamente e ricomincia a piovere, anche se solo a sprazzi.
Alloggiamo al Dolphin Bay Inn e visitiamo il pittoresco Farmer's Market, il mercato locale che si tiene ogni mercoledì e sabato. Sempre ad Hilo osserviamo la Rainbow Falls e i Boiling Pots .
Ci dirigiamo quindi sulla hwy 19 per visitare la costa orientale; subito dopo Hilo inzia la scenic drive lunga 8 miglia che porta direttamente ai Tropical Botanical Garden, da tutti definiti entusiasticamente come splendidi. Purtroppo ha ripreso a piovere a dirotto e non possiamo visitarli. Un poco delusi proseguiamo la nostra visita alla volta delle Akaka Falls, che per fortuna riusciamo a visitare con il sole (eh sì, qui si passa da pioggia torrenziale a cielo limpido in pochi minuti!)
Il percorso attraverso la giungla per ammirare le Akaka Falls è molto suggestivo e ci porta ad ammirare anche le Kapuna Falls passando attraverso una bellissima foresta pluviale con enormi fiori colorati dal profumo intensissimo, mangrovie, bambù e invisibili uccelli canterini di ogni tipo.
Soddisfatti per essere almeno riusciti a completare la visita senza pioggia procediamo verso nord alla volta della Waipi'o Valley. Lo scenic drive che ci porta verso Nord offre scorci di scogliere basaltiche veramente suggestive ed il colore del mare grosso mette davvero i brividi!
Mentre ci dirigiamo a Waipi'o ricomincia a piovere copiosamente (che palle!) e anche se smette abbastanza velocemente quando arriviamo al belvedere l'immagine "classica" di Waipi'o risulta rovinata dalle nubi basse! Le scogliere si stagliano sulla sinistra scoprendo ai loro piedi delle spiagge di lava nera mentre alle loro spalle si apre una valle molto rigogliosa, con il fiume al centro che divide in due la spiaggia e i campi coltivati con il Taro.
Ormai si sta facendo sera e decidiamo di tornarcene verso Hilo dopo aver fatto una breve visita alla città semi fantasma di Honoka'a a pochi km dal Waipi'o Lookout. La pioggia si fa più insistente e dopo un paio d'ore di auto torniamo finalmente a Hilo, dove ceniamo in un ottimo ristorante giapponese spendendo pochi dollari.
Siamo stanchi, la giornata è stata dura e ci addormentiamo al suono della pioggia battente...

15 settembre 2005
...e al suono della pioggia battente ci svegliamo. Preoccupati accendiamo la TV per ascoltare le previsioni: rischi di flash floods fino a mezzogiorno poi la situazione pare migliorare. Decidiamo dunque di abbandonare la costa orientale e di tornare sulla costa occidentale dove il tempo è molto migliore. Siamo dunque costretti a rinunciare alla visita dei giardini tropicali, peccato! qui è già tutto tropicale compresa la pioggia!
Facciamo colazione con caffettone, papaya e banane rosse raccolte nel giardino dell'hotel che si rivelano buonissimi tant'è che facciamo il bis! Il proprietario dell'hotel ci informa che nella notte son caduti 4 pollici (10 cm) di acqua, davvero un bel diluvio, e ci consiglia di muoverci con prudenza. In mezzo a strade già abbastanza allagate ci dirigiamo verso l'angolo sud orientale dell'isola verso la città di Pahoa, che pare essere uno degli ultimi rifugi degli hippie che effettivamente vediamo! La cittadina pare proprio una cittadina dell'ovest americano (ricorda vagamente Sedona) con i suoi (ormai attempati) hippies.
Proseguiamo poi verso il Lava Tree State Park (una foresta di alberi pietrificati da una eruzione vulcanica di secoli fa), ma quando arriviamo nei pressi del parco la pioggia è talmente intensa che decidiamo nuovamente di lasciar perdere. Proseguiamo quindi sulla strada litoranea fino a Isaac Hale Beach Park dove, nonostante il tempo inclemente ed il mare grosso, ci sono un sacco di surfisti che sguazzano in acqua alla ricerca dell'onda perfetta!
Un poco stupiti della temerarietà dei locali proseguiamo a costeggiare la costa ancora per qualche miglio. Alla radio continuano a trasmettere messaggi da fine del mondo imminente e pertanto, anche se scettici sulla effettiva pericolosità delle piogge, decidiamo di tornare sulla costa ovest, ripassiamo a Volcano senza fermarci e pernottiamo a Kailua presso il Kona Seaside Hotel. Ceniamo al Rio's dove gustiamo due ottimi piatti di pesce.
Oggi è stato il nostro ultimo giorno a Big Island, domani si parte per Kauai!

16 settembre 2005
Oggi è il giorno del volo da Big Island a Kauai; stamane c'è un bel sole e le piogge dei giorni scorsi sono solo un ricordo; arrivati all'aeroporto di Kailua attendiamo pazienti il nostro volo per Kauai con scalo a Honolulu. A Kailua l'aeroporto è 'outdoor' nel senso che la sala d'aspetto è semplicemente una serie di poltrone all'ombra delle palme!
Il volo (40 minuti fino a Honolulu e poi un solo quarto d'ora fino a Kauai) è tranquillo; atterriamo a Lihue e subito recuperiamo l'auto: per oscuri motivi (beh il sottoscritto non è molto gentile con la commessa a dire il vero....) ci viene assegnata una Toyota Corolla color nocciola (subito ribattezzata "Merdolla", per le sue prestazioni...) al posto della mostruosa e potente Pontiac GT di Big Island. Presa l'auto ci infiliamo sulla hwy 50 alla ricerca del nostro hotel: l'Aston Islander on The Beach situato nel pieno della Coconut Beach (così chiamate per le palme altissime che vi abbondano). Raggiunto l'albergo ricomincia a piovere e il nostro umore scende sotto i piedi... accendiamo la tv in camera e scopriamo che il settembre 2005 passerà alla storia come il più piovoso degli ultimi venticinque anni. Vabbuò, proprio noi dovevano aspettare!

17 settembre 2005
La mattina dopo il sole splende, finalmente!
Elettrizzati, facciamo colazione e partiamo per visitare il Waimea Canyon, il famoso "Grand Canyon" del Pacifico. L'isola e piccola e riteniamo di arrivarci in una mezzoretta. Purtroppo le strade a Kauai sono una vera palla (persino peggio delle strade di Big Hawaii cui eravamo ormai avvezzi) e per coprire la distanza di 40 miglia che ci separa dal Canyon impieghiamo un'ora e mezza!
Arrivati alla nostra meta, la prima sosta è al Waimea Canyon Lookout da dove possiamo osservare in canyon in tutta la sua vastità: davvero notevole, non ha la maestosità del celebre fratello maggiore, ma al colore rosso del Grand Canyon si aggiunge un verde molto vivo disposto a macchie sui punti più umidi. Il Waimea Canyon è il più grande nella regione del Pacifico, è lungo dieci miglia, largo un miglio e profondo mille e passa metri in certi punti, ed è il risultato delle erosioni e delle piene avvenute in milioni di anni. Sulle pendici del canyon si possono osservare gli strati delle antiche eruzioni vulcaniche. Il canyon confina con il Koke'e State Park e con la palude di Alakai, il posto più piovoso al mondo.
Scattate le foto (tante!) ci spostiamo verso il Koke'e State Park fermandoci ancora nei vari lookout che ci offrono altri scorci del Canyon. Anche qui incontriamo le galline rinselvatichite (i Moa) che avevamo incontrato a Big Island, ma qui sono veramente tantissime! ed è davvero buffo camminare nella foresta tropicale (che ricorda tanto Jurassic Park girato, guarda caso, proprio qui a Kauai!) e sentire continuamente il canto dei galli!
Addentrandoci nel Koke'e State Park arriviamo fino al belvedere finale (Kalalau Lookout) a oltre 1200 metri sul livello del mare e da lì osserviamo il primo scorcio della Napali Coast: i colori sono incredibili, il blu del mare e del cielo e il verde che qui invade qualunque cosa emerga dal mare sono splendidi! Incontriamo anche dei coloratissimi fringuelli dalla testa rossa (chiamati Apapane) e ne fotografiamo alcuni.
Dopo aver pranzato al Koke'e Lodge (affitta anche camere ed è ottimo come base per le escursioni a piedi nel parco) decidiamo di seguire uno dei sentieri che circondano il canyon. Percorriamo il Canyon Trail che corre lungo il Canyon sul lato opposto a quello visto la mattina dall'auto e arriviamo alle Waipoo Falls, delle vere "pristine falls", cascate primordiali, come le chiamano qui. Il percorso nel bosco è molto bello e veniamo subito avvolti dal profumo del sottobosco molto intenso e gradevole (quasi speziato!).
Dopo aver vagato tutto il pomeriggio ritorniamo all'auto (dopo esserci quasi persi nella foresta per la mancanza di indicazioni!) e scendiamo verso il mare non prima dopo esserci nuovamente fermati al Waimea Canyon Lookout dove finalmente incontriamo i Nene, le oche hawaiane in pericolo di estinzione.
Scendiamo poi sulla costa e ci dirigiamo verso le Barking Sands presso il Polihale State Park; le spiagge, tanto ampie da sembrate infinite, son chiamate così perchè si dice che i granelli siano cavi e, se sfregati, emettano una specie di latrato, mah! Da qui scorgiamo le prime scogliere della Napali Coast. Ormai si è fatto tardi e ritorniamo sui nostri passi (e ci aspettano comunque un paio di ore di guida per fare 40 miglia...).

18 settembre 2005
Oggi visitiamo la parte Nord di Kauai. La nostra prima tappa è il Kilauea Point Lighthouse, centro di un parco per la difesa dei volatili hawaiani autoctoni (gabbiani, albatros, fregate e nene). Poi ci spostiamo a visitare la famosa Secret Beach, sempre nei pressi del Kilauea Point. Visitata anche questa bella spiaggia ci spostiamo ancora oltre sulla hwy 56 verso la cittadina di Princeville, procedendo la strada si restinge e si incontrano spesso dei ponticelli in legno del tipo "one lane", a singola corsia dove il transito può essere difficoltoso. L'ultimo pezzo di strada prevede anche il guado di un torrentello.
Le montagne sullo sfondo, verdissime e terribili, si ergono a picco verso l'interno dell'isola e ci incantano. Superata Princeville proseguiamo per Hanalei, un'altra cittadina carina adatta ai surfisti. Anche oggi la giornata è rovinata dalle istant showers, delle vere e proprie docce che colpiscono piccole zone e che in pochi istanti letteralmente inzuppano tutto.
Una digressione: arrivati alla fine della strada si diparte il Kalalau Trail, il sentiero che permette di percorrere tutta la Na Pali Coast, salendo e scendendo lungo i fantastici costoni fino ad arrivare alla Kalalau Valley, sotto il Koke'e State Park Lookout. Per chi lo conosce, è qualcosa di simile al sentiero che, sulle Calanques francesi, collega Marsiglia a Cassis. Il sentiero è lungo ben 11 miglia (di sola andata, aggiungetene altre 11 per tornare…) e può presentare alcune difficoltà e pericoli specie in caso di pioggia, quando può diventare parecchio scivoloso. Ovviamente non è fattibile percorrerlo interamente in una sola giornata e una tenda per trascorrere la notte è d'obbligo. È inoltre necessario avvisare i ranger della propria intenzione di seguire il sentiero per la propria sicurezza.
Noi purtroppo non abbiamo il tempo di buttarci in una simile impresa (anche se ci piacerebbe) e ci limitiamo ad arrivare fino alla Kee Beach prima di tornare indietro. Il resto della giornata scorre via senza infamia e senza gloria, fiduciosi che il tempo migliori prenotiamo comunque un giro in barca della Napali Coast per il giorno successivo (partendo da Port Allen e muovendosi in direzione opposta rispetto al Kalalau Trail).

19 settembre 2005
Oggi finalmente c'è il sole, anzi la giornata è veramente splendida. Dopo aver preso il sole tutta la mattina nella spiaggia dell'hotel e aver velocemente risalito la strada che costeggia il fiume Wailua fino alle Opaeka'a Falls nei pressi di Lihue (scattate foto dal belvedere lungo la strada), ci spostiamo in auto verso Port Allen dove ci attende la Lucky Lady, il catamarano che ci porterà ai piedi della Napali Coast. Il programma della gita prevede la navigazione al largo della scogliera con tanto di cena in mare per assistere al tramonto.
Partiamo, il porto alle spalle, e ci dirigiamo velocemente verso la Napali Coast lasciando alla nostra destra le Barking Sands che avevamo visitato due giorni prima e sulla destra l'isola di Nihau (l'isola proibita, dove pare vivano qualche centinaio di ultimi hawaiiani, tenuti isolati sotto un severo regime di isolamento dai proprietari dell'isola, la famiglia Robinson).
Il mare è abbastanza grosso e il catamarano sobbalza violentemente, sembra di essere sulle montagne russe, molto divertente ma in pochi istanti siamo, per l'ennesima volta!, bagnati fradici.
E poi eccola la Napali Coast! si staglia innanzi a noi in tutta la sua maestosità. Le scogliere a picco sul mare e bagnate da cascate che fuoriescono dalla roccia in posizioni impossibili sono indescrivibili. Troviamo addirittura una grotta sul mare con tanto di cascata all'interno. La Lucky Lady prosegue il suo viaggio fino ad ultima cascata sul mare con tanto di arcobaleni e poi si comincia la via del ritorno che ci porterà ad ammirare il tramonto in mare.
La gita termina nel migliore dei modi (a parte la cena dove viene servito un cibo fatto con il vomito del capitano Nemo, bleah!). La sera in tivvu' guardiamo (i casi della vita!) proprio Jurassic Park dove ritroviamo alcuni scorci visti il pomeriggio in barca.

20 settembre 2005
Anche oggi sveglia presto e un paio di ore di sole sulla spiaggia.
La tv che ormai da giorni annuncia il possibile arrivo dell'uragano Jova (il primo dopo Iniki che nel 1992 devastò l'isola e che fu immortalato nel film Jurassic Park), riferisce che l'uragano, se arriverà a colpire Kauai, è un categoria 3 e quindi non c'è da scherzare. A noi pare che la tv locale sia leggermente allarmista (le piogge della settimana prima a Hilo venivano descritte come un diluvio, anche se in realtà non hanno fatto gran danni se non rovinare la nostra vacanza). La traiettoria non è ancora sicura e non rimane che aspettare.
Comunque la giornata di oggi è assolata e decidiamo, dopo una mattina di sole, di andare a mangiare il Saimin (una zuppa hawaiiana derivata dal ramen al soyu giapponese) all'Hamura Saimin, un locale di Lihue noto per questa specialità. La zuppa, scopriamo presto, è davvero gustosa anche se il locale di per se è quasi una specie di bettola.
Per il pomeriggio abbiamo in programma di raggiungere lo Spouting Horn e il giardino botanico di Lawa'i, purtroppo arriviamo al giardino quando l'orario di visita è già terminato e dobbiamo rinunciare. Raggiungiamo anche le spiagge di Po'ipu, popolate da decine e decine di snorkellisti. Il fondale non sarà quello del Mar Rosso ma ci sono comunque ogni genere di pescetti: piccoli e grigi con delle specie di orecchie azzurre, pescioni striati di nero, pesciolini gialli e corallo bianco.
Domani partiamo presto per la nostra terza (e ultima sigh!) isola: Oahu. La sera cena in perfetto stile americano al "The Bull Shed", un ristorante con le finestre aperte sulla spiaggia.

21 settembre 2005
Si parte! alle 11 ci attende il volo per Honolulu, nell'attesa prendiamo ancora un poco di sole nella spiaggia dell'hotel, scattiamo alcune foto ricordo dell'albergo a Lihue e ci dirigiamo all'aeroporto.
Atterrati ad Honolulu (volo di 20 minuti, senza problemi) prendiamo l'Airport Waikiki Express per Waikiki dove alloggiamo al Radisson. La cittadina di Waikiki, anche se caotica, tipicamente turistica e piena zeppa di turisti giapponesi ci piace parecchio: dopo due settimane di natura incontaminata (o quasi) un poco di caos, ressa e di smog non ci dispiace affatto.
Ad Oahu non affittiamo l'auto per cui il resto della giornata la passiamo dando libero sfogo alla nostra voglia di shopping lungo la Kalakaua Avenue: il cambio favorevole, l'abbondanza e la qualità nei capi di vestiario disponibili ci lascia molto soddisfatti (pare di essere in un unico enorme outlet nostrano!).

22 settembre 2005
Anche oggi la giornata è splendida (ormai il pericolo dell'uragano Jova sembra scemato: ha cambiato rotta e non sfiorerà neppure le isole) e cominciano a visitare l'isola. La nostra prima meta è il Byodo-in Temple sulla costa sopravento a una trentina di miglia da Waikiki. Come detto non abbiamo affittato un'auto e questo si rivela subito un errore: il servizio di autobus (TheBus) anche se efficiente e organizzato ci fa perdere almeno un paio di ore, vabbè!
Arrivati al Byodo In Temple, posizionato in un bellissimo anfiteatro naturale composto dalle montagne del Koolau interamente coperte da vegetazione verdissima e con le nuvole a cappello. Sembra un poco una delle scene dell'Ultimo Samurai... ed infatti il tempio, buddista, è la copia del vero tempio Byodo In che si trova in Giappone.
Passiamo l'intero pomeriggio a vagare per la valle. Terminata la visita torniamo a Waikiki (impiegandoci ancora un paio d'ore!), ormai la giornata è passata: la nostra scelta di non affittare un'auto si sta davvero rivelando un grosso errore. La sera ceniamo in un locale giapponese sulla Kulakaua Avenue dove ci gustiamo dell'ottimo Ramen al Soyu.

23 settembre 2005
Oggi la meta è Pearl Harbor, destinazione Arizona Memorial. Questa volta siamo fortunati con The Bus, usciamo dall'hotel e troviamo subito l'autobus giusto che ci porta direttamente di fronte all'Arizona Memorial (impiegando comunque un'ora e passa).
La visita è una delusione, i tempi di attesa per poter arrivare, in barca, alla zona dove la USS Arizona affondò sono lunghi e la ressa è notevole. Inoltre la retorica nazionalistica ci pare un poco troppo pesante dopo 64 anni. All'interno del museo video di History Channel a volume altissimo sull'attacco di Pearl Harbor, possibilità di vedere parecchi residuati bellici (dell'attacco giapponese e della guerra in generale) e di comprare souvenir vari (tra cui il DVD di "Pearl Harbor", il film con Ben Affleck di qualche anno fa) e un documentario di 30 minuti introduttivo alla gita in barca verso il relitto della Arizona (dal tono fortemente patriottico, autocelebrativo e un pochino guerrafondaio...).
Piuttosto impressive (e anche un poco ipocrita) la presenza degli ultimi reduci che raccontano l'attacco e rispondono alle domande dei turisti; il senso dell'orgoglio ferito è molto presente in parecchi americani e la cosa contrasta parecchio con il fatto che una buona metà dei turisti è giapponese e si fa scattate foto con la 'V' di vittoria, mah!. Comunque notevole e interessante la visita del relitto.
Terminata la visita ritorniamo verso Waikiki e dopo un paio di ore arriviamo fino al Sea Life Park, all'estremo bordo meridionale dell'isola, dopo Hanauma Bay. Il parco, anche se un poco disordinato, ci permette di vedere da vicino parecchie tartarughe , delfini, foche e alcuni chiassosissimi leoni marini. Ormai è quasi il tramonto e sulla spiaggia ammiriamo altri surfer in lotta con le onde.

24 settembre 2005
Stamane ci aspetta Diamond Head, il punto più alto e famoso di Waikiki, così chiamato per un antico equivoco: due secoli fa i cristalli di calcite che abbondano sulle pendici furono scambiati, dai primi esploratori europei, per diamanti grezzi!. Si tratta di un cratere vulcanico alto qualche centinaio di metri nato dall'esplosione del vulcano Ko'olau.
Oggi fa caldissimo, saliamo per la strada asfaltata fino all'ingresso del parco, situato nel centro della antica caldera del vulcano estinto, e poi iniziamo un'escursione di una cinquantina di minuti su un sentiero sterrato sotto il sole bollente ed in mezzo ad una vegetazione di piante rinsecchite. Sbuffando come mantici arriviamo in cima (l'ultimo pezzo sono tre interminabili rampe di scale, puff puff!).
Dalla cima (affollata di sfiatatissimi turisti americani formato extra large) godiamo di un'ottima vista di Waikiki e scattiamo alcune foto.
Terminata la visita scendiamo e pranziamo; Il pomeriggio ci spostiamo ancora più a sud e ci dedichiamo alla visita di Hanauma Bay, dove la caldera di un'antico vulcano ormai estinto è stata erosa dal mare fino a creare un'insenatura veramente fantastica!
La baia è popolata da bagnanti che fanno snorkelling; Prima di accedere alla spiaggia, che è parte di un parco marino protetto, veniamo istruiti dai ranger, attraverso la proiezione di un filmato, sulle bellezze della baia e sulle cose da non fare per non disturbare la fauna acquatica.

25 settembre 2005
È una splendida giornata, e per oggi abbiamo in programma di visitare la parte Nord dell'isola: la North Shore tanto famosa per il surf. Purtroppo oggi c'è una gara cisclistica (volete ridere? i partecipanti alla gara devono comunque rispettare i semafori... vedere 'sti poveri cristi pedalare come dannati sotto il sole e poi rifiatare ad ogni rosso faceva davvero piangere dal ridere!) ed il nostro autobus impiega un paio d'ore per arrivare fino a Turtle Bay, l'estrema propaggine nord dell'isola di Oahu; poi proseguiamo e arriviamo fino a Waimea (si, c'è una Waimea in ogni isola qui...), dove ci rechiamo a visitare le Waimea Falls (location di alcune scene del film "Il Tesoro dell'Amazzonia") all'interno di un parco botanico molto carino.
Terminata la visita ripercorriamo a ritroso la valle e ci dirigiamo verso la Waimea Beach Park, una spiaggia con una distesa di sabbia dorata e l'acqua blu che più non si può. Questa è (insieme alla banzai Pipeline) una delle spiagge più famose per il surf durante i mesi invernali. D'estate invece le acque sono calme e un vero paradiso per i bagnanti.

26 settembre 2005
L'ultimo giorno. Dopo un'abbondante colazione a base di pancake passiamo le poche ore che ci separano dalla partenza a passeggiare per Waikiki. La sera ci attendo il volo: lunghissimo! da Honolulu a Newark e poi da Newark a Milano.

domenica 25 febbraio 2007

Diario di un viaggio in Australia

Di Paola

17 Luglio 2006 – Sidney

Siamo atterrati a Sidney dopo 22 ore di volo e stranamente non sono sconvolta come sempre accade dopo lunghi viaggi… sicuramente sarà l’entusiasmo per questa avventura appena iniziata!

Sono da poco passate le 6 del mattino e la città è ancora addormentata.. ma né le strade deserte né il freddo ci scoraggiano dall’andare nella famosa baia. Incantevole! Ci fermiamo ad osservare L’opera House e L’Arbour Bridge. Dopo averle viste in così tanti video e foto stento quasi a credere di esserci di fronte!

Nel pomeriggio saliamo sulla simpatica monorotaia. Il biglietto per singola corsa costa 4,5 AUD mentre il giornaliero 9 AUD. Sarete invogliati come noi a prendere il secondo ma difficilmente lo utilizzerete visto che percorre in senso circolare solo un piccolo quartiere della città.

Fermata d’obbligo al Paddy’s Market dove vi consiglio di fare la maggior parte dei vs. acquisti… l’unica pecca è che è aperto solamente dal giovedì alla domenica. Il mercato al pian terreno è stracolmo di bancarelle di asiatici che vi venderanno (come sempre succede in tutto il mondo) esattamente le stesse cose dei negozi di tutta l’Australia ad un prezzo decisamente inferiore.. Ad esempio la classica felpa con scritta AUSTRALIA a 12 AUD (€ 7,2) mentre nei negozi la pagherete 29 AUD.. Magliette a 10 AUD invece che 24.
Io mi sono imbattuta in una simpatica venditrice che pur di farmi comprare un paio di occhiali me ne ha fatti provare una ventina mostrando ogni volta lo stessa faccia entusiasta per come mi stavano bene (mentre dietro di lei Sara e Dany scuotevano la testa con facce disgustate!!!). Ovviamente dopo aver ribassato il prezzo da 20 a 5 dollari ho ceduto alle lusinghe e ne ho preso un paio!

18 Luglio 2006 – Sidney (Taronga Zoo + Acquario)

Ottimisti per lo spiraglio di sole del mattino decidiamo di prendere il traghetto per il classico giro della baia con fermata al Taronga Zoo (AUD 45 totali). Ma subito dopo aver comprato i biglietti l’ottimismo ha lasciato spazio ad una sottile ma fitta pioggia.
Peccato! Quello spettacolo meritava di essere goduto con un bel cielo azzurro come sfondo…

Dopo qualche ora torniamo alla baia e decidiamo di trovare riparo dal freddo e dalla pioggia entrando a visitare il famosissimo acquario (l’entrata costa 27,50 AUD). Spettacolare il tunnel immerso nella vasca degli squali, anche se spero che questo rimanga l’incontro più ravvicinato che mai avrò con queste fantastiche creature.
Torniamo in albergo e come succederà spesso in questa prima settimana, Dany e Sara crollano dalla stanchezza e si riprenderanno solo dopo la loro oretta di sonno…

19 Luglio 2006 – Sidney (Blue Montains)

Ci alziamo presto per andare alle Blue Montains a pochi chilometri da Sidney.
Il treno Sidney/Katomba a/r costa 16,20 aud. Incredibile ma nonostante sia inverno e ci siano solo 15/20 gradi qui l’aria condizionata è al massimo e sarà ancora peggio nel viaggio di ritorno.. anche la testa mi si congelerà!
Arrivati a Katoomba potete farvi una bella camminata di mezz’ora verso l’ingresso delle Blue Montains oppure prendere il pulmino che in 10 minuti vi ci porta.
Noi all’andata abbiamo preferito camminare…
A causa del tempo, quello che doveva essere uno spettacolo naturale si è rivelato solamente una delusione…

Facciamo qualche foto alle Three sisters e ci affacciamo sulla balconata di Echo Point per vedere il panorama annebbiato. Chissà poi perché lo chiamano così; io ho provato a urlare ma di eco nemmeno l’ombra… ho solo rimediato le occhiate della gente che avevo intorno e le risate dei miei amici che spero non si siano vergognati troppo!

La sera seguiamo il consiglio della Lonley e andiamo a mangiare da “Pizza Mario”. Scelta azzeccatissima…

20 Luglio 2006 – Sidney

A causa del maltempo ci alziamo in tarda mattinata e dopo la classica cioccolata take away (ovviamente con i Marsh Mallows) decidiamo di fare il giro della città per fare un po’ di sano e ricostituente shopping!!!
Per chi volesse acquistare il Didgeridoo consigliamo un negozio fornitissimo in zona The Rocks (non ricordiamo il nome ma è in Gorge St.) Noi credendo di trovarne a decine di posti simili in centro Australia o lungo la costa non abbiamo comprato lì. Peccato! I prezzi sono tra i più bassi che abbiamo visto e la scelta è senza dubbio la più assortita!
La sera ci fermiamo a mangiare per la seconda volta da “Zia Pina”. I proprietari sono italiani trasferiti qui da parecchi anni… molto cordiali e allegri ci hanno riconosciuto appena entrati e quando succede ti senti po’ come a casa ;)

Prima di rientrare in albergo ripercorriamo per l’ultima volta le vie di Sidney e ci dirigiamo verso l’Arbour bridge… lo percorriamo per oltre la metà con lo sguardo sempre fisso verso la baia illuminata. Io e Sara ci facciamo prendere già dal senso di malinconia, tra poche ore lasceremo questa meravigliosa città!!! Meno traumatico per Dany che non vede l’ora di partire verso qualche posto di mare. ;)

21 luglio 2006 – Adelaide (Glenelg)

Alle 08:30 prendiamo il volo verso Adelaide... e dopo 1h e 40 di volo ci ritroviamo in una calma cittadina dai ritmi decisamente rallentati rispetto alla frenetica Sidney.
Sono uguali invece i semafori che emettono dei suoni identici ai missili dei videogiochi. Il verde per i pedoni qui rimane solo per pochissimi secondi e poi inizia a lampeggiare rosso. I primi giorni ci prendeva l’ansia! Insomma, stai pronto a scattare appena viene il verde e poi mentre attraversi pensi che non ce la farai mai a raggiungere l’altra parte in tempo … :D
Rispetto a Sidney qui c’è un fuso orario di mezz’ora indietro! Mai sentito parlare di un fuso di 30 minuti.. ma lungo il viaggio mi renderò conto che qui è una cosa abbastanza frequente.. giusto per disorientaci un po’ di + :)
Passeggiamo tranquillamente nelle vie centrali piene di negozi chiedendoci cosa fare per il resto della giornata fin quando incontriamo una signora di origini italiane che ci consiglia di prendere il bus gratuito (il 99C) fino a Victoria Square e di proseguire poi per Glenelg con il trenino.
Purtroppo il brutto tempo non ci da tregua nemmeno qui e come per le Blue Montains anche in questo caso il panorama che ci si presenta non è nulla di che…
E’ ancora presto per mangiare così decidiamo di fermarci a bere qualcosa al riparo dal vento freddo che si è alzato.

Sara e Dany optano per una cioccolata calda, io una camomilla… Ma mentre siamo seduti mi entrano tutti e due in stato comatoso e iniziano a straparlare e a ridere. Per lo sforzo perdono le poche forze che hanno, si spostano su dei divanetti e per poco non si addormentano li. Ma con che gente vado in giro???

Superata la crisi andiamo a mangiare spaghetti allo scoglio in un bellissimo ristorante vista mare (ma ormai è buio pesto e non si vede oltre il vetro… :) ).. e poi riprendiamo il trenino verso Adelaide.
Sarà che la cioccolata bevuta prima degli spaghetti al pesce gli ha rallentato la digestione (sarebbe strano il contrario) ma appena toccano i sedili si accasciano pronti a dormire!

22 Luglio 2006 – Kangaroo Island (Seal bay )

Partiamo per Kangaroo Island!
Ci sono due possibilità di raggiungerla (a meno che non abbiate già noleggiato la macchina lungo la costa):
1 - Pullman da Adelaide/Cape Jervis a/r AUD 40 a testa ( 2 ore e 15 minuti)
+ traghetto da Cape Jervis/Penneshaw a/r AUD 74 a testa (30 minuti)

2 - Con l'aereo della REGIONAL EXPRESS ci vogliono 35 minuti e costa a testa a/r AUD 126! Se optate per questa scelta ricordatevi che è uno dei pochi casi in cui è consentito imbarcare al massimo 15kg di bagaglio.

Arrivati sull’isola noleggiamo una macchina 4x4 consigliata visto lo stato delle strade.
Il kilometraggio è limitato a 100Km al giorno e il costo di quelli fatti in + è di 0,25 aud cad.
Noi ce la caveremo sforando di soli 48Km rispetto ai 300 previsti per i 3 giorni.
Per guidare qui è necessario avere la patente internazionale. La validità massima che ha è di 3 anni ma se la vostra patente italiana ha una data di scadenza più vicina si prenderà quella come riferimento. La mia scade a Novembre e sarebbe stato meglio rinnovarla prima di fare quella internazionale…

E’ la prima volta che guidiamo a sinistra ma il cambio automatico è decisamente di aiuto.. almeno a quanto mi dicono Sara e Dany visto che io mi farò scarrozzare sia qui che in centro Australia e prenderò in mano il volante solo nelle ultime due settimane sulla costa ;)

Tra frenate brusche (visti i freni super sensibili rispetto alle utilitarie a cui siamo abituati) e i tergicristalli messi per sbaglio al posto delle frecce per girare (qui le frecce sono a destra!), raggiungiamo il nostro bellissimo cottage. Tutto in legno caldo e accogliente, molto spazioso e con caminetto incluso… ci avremmo passato anche più dei tre giorni previsti.

Come primo giorno abbiamo deciso di fare l’escursione a Seal Bay per vedere i leoni marini. E’ possibile fare l’escursione solo accompagnati da una giuda ma non è richiesto numero minimo di partecipanti.
Ti accompagnano sulla spiaggia a pochi metri dai leoni marini e si dilungano in dettagliate spiegazioni. Un’abitudine di tutti gli australiani… mai sentito parlar tanto! Insomma di solito anche le guide dovrebbero respirare e prendersi qualche minuto di silenzio… beh qui non succede praticamente mai!
Il mio raffreddore, iniziato a Sidney è nel frattempo drasticamente peggiorato.. ma il lato positivo è che non sento minimamente l’odore dei leoni marini che sono a poca distanza.
A furia di starnutire avrò attaccato qualche germe anche a loro e avrò fatto iniziare un’epidemia sull’isola??? Speriamo di no… ma soprattutto spero di non attaccare l’influenza anche a Sara e Dany!!!
Prima di tornare al cottage ci fermiamo nell’unico negozietto dei paraggi a far spesa. Stasera spaghetti al tonno…
Prima di cena però crolliamo dal sonno e ci addormentiamo sul divano… proprio un bel quadretto.
In questo cottage così accogliente, sdraiata su questo divano comodo sotto la coperta mi piace persino aver la febbre…

23 Luglio 2006 – Kangaroo Island (Admiral Arch e Remarkable Rocks)

Cosa c’è di meglio che svegliarsi la mattina e prepararsi un buon Pan Cake in stile australiano?? Beh di meglio c’è prepararlo con la padella giusta!!! Sara è davvero entusiasta di questa colazione… almeno fino al momento in cui ci accorgiamo che non si riesce a staccare il pan cake dalla padella (ma darne in dotazione una antiaderente no?) e così dopo aver bruciato il primo lato del nostro pan cake riusciamo a staccarlo dalla pentola facendo una pressione notevole con la paletta… che però essendo in plastica si scioglie.. e così abbiamo fatto fuori anche quella.. :D
Fatto il rodaggio gli altri pan cake non escono poi male… e il profumino invitante ha anche fatto radunare tutto intorno al cottage tanti piccoli Wallaby (loro due continueranno a sostenere che si trattava di canguri… ma è solo un dettaglio).
Dopo un accurato book di foto con questi animali siamo pronti al giro dell’isola…

Spettacoli naturali sia L’admiral Arch (ambiente naturale di colonie di leoni marini) sia le Remarkable Rocks a strapiombo sull’oceano.
Ovviamente nonostante le numerose spiagge, la balneazione qui non è consentita per il rischio di attacchi di squali (ma ad essere sinceri, con sto freddo chi avrebbe voglia di tuffarsi?).

Anche oggi torniamo a casa presto.
Sconsigliamo a tutti di guidare al buio qui… la maggior parte degli animali esce infatti al tramonto e il rischio di investirli è davvero alto!
La sera optiamo per un toast veloce e scopriamo che il tostapane in dotazione non è il classico per i toast farciti ma semplicemente per tostare le singole fette di pane per colazione! Ma con un po’ di insistenza e pressandoli al massimo siamo riusciti a prepararci 3 squisiti toast appiattiti e bruciati! :)
Dopo cena, mentre stavo fumando, nella tranquillità della veranda immersa nel buio e nella vegetazione mi sono trovata a un metro di distanza due enormi occhi luccicanti… cavolo che spavento!!! Era un opossum ferito!
Qui è severamente vietato dar da mangiare a qualsiasi animale.. per cui ci limitiamo ad osservarlo fin quando non si allontana tra gli alberi.

24 Luglio 2006 – Adelaide

Durante il piccolo spostamento verso Kingscote (dove riprenderemo l’aereo per Adelaide) ci fermiamo in uno dei numerosi apicoltori dell’isola dove si vendono ovviamente tutti i prodotti ricavati.
Le api dell’isola discendono tutte da un alveare importato dalla Liguria a fine 1800… da allora è vietato introdurre nell’isola altre api… insomma è un paradosso ma finiamo per comprare in Australia miele prodotto da api italiane.

Nel pomeriggio ripartiamo per Adelaide… spesa veloce al supermercato e pernottiamo nel ns. appartamento.
Se state cercando sistemazioni intorno ai 25/30 € a testa vi consigliamo gli appartamenti.. il prezzo è identico a quello delle camere d’albergo e li affittano anche a singola notte. Di solito sono dotati di un grande open space con soggiorno e cucina.. per cui potrete risparmiare sulle cene ;) E in linea di massima potrete utilizzare lavatrice e asciugatore!

25 Luglio 2006 – Alice Springs

In mattina abbiamo il volo per Alice Springs. Praticamente è come arrivare in un paese diverso! Un viaggio nel viaggio…
Anche qui noleggiamo la macchina ma ci affidiamo all’Avis che a differenza della Hertz ci da il chilometraggio illimitato.. in queste immense distese di nulla non si può fare differentemente.

Alice Springs è una cittadina piacevole ma dove può bastare un solo pomeriggio di vagabondaggio.. Noi ci aspettavamo parecchi più negozi di arte aborigena… e invece nemmeno qui riusciamo a sbizzarrirci nello shopping.


La pecca è l’hotel (Desert Rose Inn) che ci sembrava tanto carino dal sito ma che in realtà ci ha deluso parecchio. La notte fa parecchio freddo e la ventola del riscaldamento è talmente rumorosa che è impossibile tenerla accesa tutta notte… così il mattino dopo ci alzeremo tutti congelati!!! Meno male che l’aspirina ha bloccato l’influenza… ma che sofferenza!

26 Luglio 2006 - Kings Canion

La meta di oggi è il Kings Canion… e per la felicità di Dany, io e Sara passeremo tutto il tempo in macchina a cantare a squarciagola :)
Ore passate a guidare in mezzo al bush (per me uno dei più grandi simboli dell’Australia) su strade dritte e deserte asfaltate in mezzo al nulla.
Tutt’intorno solo distese interminabili di sabbia rossa e piccoli cespugli che sembrano sempre sul punti di andare a fuoco…. E un’indescrivibile sensazione di tranquillità a benessere.
Quando tornerò in Italia, nei miei giorni no, è lì che volerò con la fantasia cercando di trovare quella sensazione di equilibrio, quando sai che hai già tutto quello di cui hai bisogno.
La stessa sensazione che ho qui ora, in questa macchina, durante gli spostamenti per l’Australia, quando non hai fretta di raggiungere la meta perché sei già appagata dal viaggio stesso e quando ti guardi a fianco e ti accorgi che si condividendo quel momento magico con i migliori compagni che potevi scegliere.
Ma prima di finire su toni patetici e malinconici torno al racconto… ;)

Ogni tanto dal nulla compaiono delle piccole oasi ristoro attrezzate con un tavolo, una panchina, l’immancabile barbecue e nulla di più.
Qui il barbie è proprio un’istituzione e non manca nemmeno nei parchi o a lato delle piscine degli alberghi! Ci si può anche abbrustolire semplicemente il pane o una pannocchia. Ma più che la comodità di cucinare ovunque, rappresenta uno stile di vita. Si, insomma, un pretesto per stare in compagnia all’aria aperta.
Giunti al Kings canion percorriamo un piccolo tragitto a piedi…
Adoro queste rocce rosse e levigate talmente tanto dal vento da essere completamente lisce… anche se per questa mia fobia verrò presa in giro per il resto della vacanza!
Il tramonto decidiamo di vederlo dal punto panoramico posto poco fuori del resort dove pernotteremo..

27 Luglio 2006 – Ayers Rock (Monti Olgas)

Ci mettiamo nuovamente in macchina per arrivare ad Ayers Rock… ancora una volta circondati solo dal Bush e dalle sue varie sfumature di colore.
L’unico amarezza la danno i numerosi corpi di canguri a lato delle strade. Li abbiamo incrociati sempre durante tutti i tragitti in macchina, qui ma anche a Kangaroo Island e sulla costa). Noi fortunatamente non avendo mai guidato dopo il tramonto non abbiamo corso il rischio di investirli…

Arrivati al resort decidiamo di andare prima a visitare i Monti Olgas per poter dedicare l’intera giornata di domani a Uluru… che in lingua aborigena si legge con l’accento sull’ultima U… strano no?
L’entrata al Parco è di 25 aud ed è valida per tre giorni.
Noi decidiamo di percorrere il sentiero più breve dei due proposti.. Il Walpa Gorge Walk.. più o meno un’oretta tra andata e ritorno e ci fermiamo nella parte centrale circondata da queste rocce tondeggianti ad ammirare lo spettacolo.
Tornate in albergo Dany decide di sfruttare la bella piscina del resort mentre noi ci rilassiamo in camera!

28 Luglio 2006 – Ayers Rock

Ci siamo svegliati troppo tardi! E così non abbiamo fatto in tempo a vedere l’alba. Domani punteremo la sveglia prestissimo… non possiamo andar via senza gustarci questo spettacolo!!!
Decidiamo quindi di visitare l’Ayers Rock.

Mi ero chiesta parecchie volte se scalare Uluru contro il desiderio degli aborigeni ne valesse la pena.. ma appena mi son trovata di fronte il sentiero irto e senza protezioni ogni dubbi è svanito.. Viva la sincerità! Inoltre l’accesso era negato a causa del forte vento.

Optiamo per il percorso più lungo intorno al monolite. Più o meno 10 Km!
Ma come si fa ad essere arrivati fin qui e non volerne vedere ogni sfaccettatura?
La camminata è durata qualche ora (almeno 3H).. e ve la consiglio.
Tornati al punto di partenza e dopo un po’ di relax su una panchina ci siamo diretti al centro di cultura aborigena (di solito consigliano di visitarlo prima…). Per me è abbastanza deludente; dovrebbero introdurre al pensiero e alla filosofia degli aborigeni.. peccato che tutto è proiettato su video e di aborigeni in carne ed ossa nemmeno l’ombra. Per cui è una tappa che volendo si può tranquillamente saltare.
L’escursione al momento è finita… ritorneremo in serata per vedere il tramonto.

29 Luglio 2006 – Brisbane

Ingiustamente i miei compagni di viaggio decidono per gli orari di sveglia differenziati in base alla velocità nel prepararsi… e così mi tocca la sveglia alle 5:30 … venti minuti dopo sarà il turno di Sara mentre al fortunato Dany sarà concesso il risveglio alle 6:00!
Tutta sta fatica per scoprire che l’alba oggi era alle 7:00!!!!! Cavolo ci siamo congelati la fuori!!!
Nemmeno la coperta portata da Dany per ripararci un po’ di più è servita (una delle poche carinerie che ha fatto.. però gliela riconosco! ;) )
Dopo 40 minuti di gelo ha iniziato a radunarsi una piccola folla di spettatori (molto meno bardati di noi e molto meno infreddoliti… ma insomma come cavolo fanno?).
La ns. alzataccia non viene ricompensata… i colori del cielo non sfumano dei meravigliosi colori che ci aspettiamo e che siamo certi ci siano nelle giornate di cielo sereno..
Torniamo a sdraiarci un po’ prima di avviarci verso l’aeroporto per il volo di connessione con Alice Springs e il successivo verso Brisbane.
Io ero preoccupata all’idea che in questo primo piccolo volo ci fosse un bagaglio consentito di pochi chili… ma fortunatamente scopriamo che in tutti i voli australiani i massimali sono davvero altissimi rispetto ai canoni europei. 32Kg per il bagaglio e 7 per quello a mano. Stupendo!

Nel primo pomeriggio arriviamo a Brisbane e ritiriamo la macchina noleggiata dall’Italia con la Hertz. Visti i 17 giorni di noleggio previsti, preferiamo pagare il costo dell’assicurazione aggiuntiva (senza di questa ogni minima botta alla carrozzeria sarebbe stata addebitata per 2500AUD indipendentemente dall’entità del danno.)
Da oggi in poi non abbiamo più camere d’albergo prenotate dall’Italia… e così ci mettiamo a girare per tutta la città alla ricerca di un hotel. Ma quello che a noi sembrava banale (nei viaggi precedenti raramente avevamo prenotazioni per il dormire e mai avuto difficoltà nel trovarli in loco) si è rivelato un grosso problema. In città c’è un grande evento calcistico e tutte le strutture di Brisbane sono NO VACANCY!
Dopo ore di Sali e scendi dalla macchina e nonostante l’aiuto della simpatica signora dell’Annie’s Shandon Inn (B&B molto caratteristico che vi consigliamo) siamo a pezzi e un po’ pessimisti su da farsi.
Iniziamo a telefonare agli alberghi indicati sulle guide… e ci cade l’occhio su un Motel che la Lonley descrive particolarmente bene. Il problema è che è a Surfers Paradise.. che sembra lontano. Ma rassicurata da Dany che in tono sicuro sostiene che è a soli 20 km di distanza prenotiamo li.
La verità è che ci spariamo più di 70 km di macchina verso sud (il ns. itinerario era a nord verso Cairns) e che ci ritroviamo in un postaggio sporco e per niente accogliente (La Lonley questa volta ha sbagliato di brutto!)
Ma almeno abbiamo girato un po’ per le vie principali di Surfers Paradise che è riconosciuta come la capitale del divertimento del Queensland (non che sia il nostro tipo di meta ma per una notte va bene così).
Fortunatamente tornati nel motel la stanchezza si fa sentire e ci addormentiamo subito.

30 Luglio 2006 – Lone Pine koala Sanctuary e Hervey Bay

Sara ha sentito parlare di un bellissimo parco naturale vicino a Brisbane (dove eravamo ieri) che sembra davvero valer la pena di essere visto.. il LONE PINE KOALA SANCTUARY.
Dopo aver prenotato già le due notti successive in un B&B possiamo permetterci di stare a zonzo tranquillamente e così ripercorriamo le strade della sera prima e dopo più di due ore (non riuscivamo a trovare la strada giusta) arriviamo alla ns. meta.
Spettacolare! Il parco è enorme e da la possibilità di stare a stretto contatto con i canguri che ci saltellano tutto intorno.. o meglio più che saltare camminano affaticati! Ai turisti è permesso dar loro da mangiare (ovviamente il mangime è apposta per loro e venduto all’interno del parco) e così questi animali se ne stanno tranquilli a mangiare e dormire tutto il giorno…

Io e Sara paghiamo lo sproposito di 15 AUD per farci fare la foto con in braccio il Koala. La foto la paghi cara ma è possibile scattare quante foto si vuole anche con la propria macchina. Io tra l’altro perdo il biglietto prepagato… e quasi rischio di non riuscire a farmela fare… sempre la solita! :)

Vediamo per la prima volta l’animale preferito del Dany: il Wombat.
A dire il vero a noi fa un po’ impressione… è un marsupiale come Koala e canguri ma non ci sembra sia così dolce. Mah i gusti!
Ci dispiace non poter vedere il Diavolo della Tasmania che ci dicono sia morto .. che sfiga! :§
Ma io voglio vedere il vero e unico Red Kangaroo… è lui il re dei marsupiali!
Quindi faccio rifare da capo il giro del parco per poterlo vedere e anche stavolta mi va male! Il Red Kangaroo che è tenuto separato da una gabbia dal resto dei piccoli canguri di cui parlavo prima, se ne sta in panciolle e non ne vuole sapere di alzarsi in piedi per farsi rimirare nella sua stazza da culturista… non ci da proprio soddisfazioni!!!!! Pazienza… ormai dobbiamo andarcene.
Ci aspettano parecchi chilometri prima di arrivare a Hervey Bay.

La cittadina è tranquilla e graziosa… ma è vedendo il B&B prenotato che rimaniamo a bocca aperta. Credo sia il posto migliore dove abbiamo pernottato. Gestito tra l’altro da una coppia riservata e molto molto gentile che ci ha fatto sentire immediatamente come a casa. E che spettacolo di casa! Un po’ quelle dei sogni… con ogni dettaglio curato. Il posto si chiama Bay B&B (anche questo consigliato dalla Lonley).

31 Luglio 2006 – Fraser Island

Tramite il B&B abbiamo prenotato l’escursione di oggi a Fraser Island.
Il bus ci viene a prendere proprio davanti casa verso le 8:00 del mattino per accompagnarci al porto.
Ne troveremo un altro, questa volta 4WD, appena sbarcheremo a Fraser Island.
Sull’’isola non esistono strade asfaltate e il sentiero è praticamente inghiottito dai rami dei rigogliosi alberi che formano la foresta pluviale. A stento passiamo con il pullman e quando incontriamo nell’altro senso di marcia delle jeep, quest’ultime sono costrette a infilarsi di traverso tra un tronco e l’altro per cederci il passo.
Durante tutto il percorso la ns. zelante guida si dilunga in dettagliate spiegazioni di tutto ciò che ci circonda… (siamo solo alle prime ore di escursione e questa cosa non ci sembrava poi male… ).
La parte più bella del tragitto in pullman sarà però lungo la spiaggia orientale... particolare anche per il fatto che non ero mai andata con un mezzo 4WD sulla sabbia. …
Il mare è stupendo ma non balneabile a causa degli squali…

Il primo stop (che ci dicono sarà di 15 minuti) è accanto al relitto della nave Maheno e a pochi metri dalle rocce fatte di sabbia… davvero particolari.

La seconda sosta sarà invece di 40 minuti in prossimità di Eli Creek, un torrente di acqua dolce che arriva fino alla spiaggia. Ma come si fa in così poco tempo a riuscire a sdraiarsi un po’ per rilassarsi?
In men che non si dica siamo quindi ancora sul pullman a ripercorrere il sentiero immerso nella foresta… e la guida continua a parlare e parlare senza sosta… ma quando respira?? A noi sta venendo il mal di testa.. e poi che avrà ancora da dire? Queste cose ce le ha spiegate durante il viaggio di andata… va bene essere solerti nel proprio lavoro.. ma a noi sembra esagerato.
Dopo una breve sosta per la merenda ripartiamo verso il porticciolo e in fase di saluti tutti applaudiranno la guida ( noi pensiamo che l’applauso è dovuto al fatto che finalmente non sentiremo più la sua voce… ;))
In definitiva, Fraiser Island merita di essere vista se avete una o due giornate da dedicarci ma nel caso in cui sceglieste di farla con tour organizzato di 1gg come il ns. preparatevi a spendere 80€ a testa per passare quasi tutti il tempo in bus e ad avere minuti contati per godervi le bellezze del posto.

La sera siamo alla ricerca di un internet point per poter prenotare le due notti successive a Heron Island. L’unico resort dell’isola costa 212,00aud a notte a testa mentre il traghetto 100aud a tratta… totale quindi per due notti più trasferimento 624Aud a testa ( 376,00 € )

1 Agosto 2006 – Heron Island

Visti i km da fare per non perdere il traghetto prenotato, stamattina non solo ci tocca la levataccia ma anche la rinuncia alla splendida colazione che ci avrebbe preparato la ns. padrona di casa…
Pazienza.. finalmente inizieremo a goderci un po’ di mare!!!!
Arriviamo a Gladston con un’oretta di anticipo rispetto al traghetto..

Heron Island è davvero splendida… mare cristallino, squaletti piccoli e innocui che nuotano a riva (ma di cui io ho paura uguale :) ) e spiagge bianchissime che a causa della bassa marea lasciano scoperta parte della barriera corallina.
Finalmente due giorni di vero relax!!!

2 Agosto 2006 - Heron Island

Ecco forse non sono proprio due i giorni di relax.. visto che stamattina finiamo, su prezioso consiglio di Dany, a Shark Bay… che è stupenda ma qui tira un vento simil bora che per una freddolosa come me equivale a una tragedia.
Insomma, mentre Sara se ne sta a riva con i piedi a mollo (e la pelle d’oca) e il Dany si tuffa per farsi un bagnetto, io me ne sto sull’asciugamano coperta con tutto quello che riesco a tirar fuori dal borsone. Questo non è rilassante!!! ;)
Decidiamo quindi, un po’ per il mio benessere e un po’ per non sentirmi lamentare per il resto della giornata, di spostarci nella spiaggetta a fianco e…. miracolo! Sembra di essere su un’altra isola. Niente vento e un bellissimo sole che mi scalda pian piano le ossa. Ora si che si ragiona!

La sera mega buffet al resort. Proviamo un po’ di tutto, dalla carne di canguro al pesce crudo… e come sempre si riempie più del dovuto il piatto per poi sprecare un sacco di roba che non ci piace!
Per non tornare subito in camera decidiamo di fare una partita a biliardo. Gli australiani sembrano tutti esperti in questo gioco mentre io, non avendo mai preso in mano la stecca, cerco solo di mirare la palla.
Peccato che rischio quasi di cavare un occhio alla povera Sara che stava a lato del tavolo… ma io avevo avvisato di essere pericolosa.

3 Agosto 2006 – Rockhampton

Passiamo tutta la mattinata in spiaggia sperando che almeno per qualche ora le nuvole non arrivino a coprire il sole.
Dopo pranzo raggiungiamo l’imbarcazione e tornati a Gladston siamo pronti a partire verso Rockhampton.
Verso sera ci accorgiamo del grosso errore fatto nel seguire a occhi chiusi il consiglio della Lonley che descriveva il “Criterion Hotel” dove alloggiamo in questo modo: “Progettato come albergo esclusivo e costruito con materiali pregiati, il Criterion è più elegante do molti alberghi rinomati. Offre stanze ricche di atmosfera.”
Ma quale atmosfera??? La doccia piazzata a fianco del letto è circondata da moquette marcita a causa dell’acqua… e il materiale pregiato rischia di spezzarsi appena lo sfiori.. insomma per uscire sul balcone c’era la possibilità che ci rimanesse in mano la porta finestra!
Io e Sara usufruiamo del bagno del pub a pian terreno (profumato e pulito) per rinfrescarci un po’….

4 Agosto 2006 – Great Keppel

Non trovando un lavandino degno di questo nome dove lavarci i denti e avendo un po’ schifo del pessimo stato in cui sono tenuti i bagni in comune dell’hotel, io e Sara scendiamo anche oggi nei bagni del pub… tanto è presto ed è ancora vuoto :)
Oggi andremo a Great Keppel, dove pernotteremo per una notte.
Se ancora non l’avete letto da nessuna parte, è altamente sconsigliato andare su quest’isola con le classiche valige a rotelle stracolme e pesanti. Insomma come la mia! ;)
Si sbarca infatti direttamente in spiaggia dove già si fatica a camminare normalmente ma figuriamoci dovendo trasportare 20 kg di bagaglio ;)

Anche questa volta l’isola è uno spettacolo.. tutta circondata da spiagge bianche semidesertiche dove è possibile fare anche l’escursione sul cammello al tramonto.
Piccolo inconveniente sono gli uccelli… a dire il vero invadenti un po’ in tutta l’Australia ma che qui diventano addirittura degli del film di Hithcok!
Per pranzo prendiamo hamburger e patatine… e iniziamo a ritrovarci circondati da colorati pappagallini.. ma proprio mentre sto per addentare il mio hamburger mi accorgo che un uccello mi guarda in modo inquietante e senza lasciarmi tempo di reagire mi si fionda contro in tutta velocità e addenta lui prima di me il panino!
Esito un po’ prima di ricominciare a mangiare e nel frattempo il Dany, giusto per sdrammatizzare, prende l’hamburger e lo alza in alto. Ed ecco che lo stesso uccello torna a fiondarsi addosso a noi. Ma ora siamo preparati e ci sdraiamo d’istinto sulla panca schivandolo.
Dopo questo smetto di ridere e rinuncio volentieri al pranzo…

5 Agosto 2006 – Rockhampton

Oggi è l’ultimo giorno in compagnia del Dany… che ripartirà stasera col pullman per raggiungere Townsvill e imbarcarsi per il primo dei 4 voli che lo attendono. I momenti di malinconia che nei giorni scorsi iniziavano a crearsi oggi sembravo non passare più.
Trascorriamo tutta la giornata a Great Keppel e nel tardo pomeriggio torniamo a Rockhampton.
Questa volta ci siamo trovate un bellissimo hotel: il “Motel 98”. Spettacolo! Peccato non averlo prenotato anche due giorni fa!
Assistere ai preparativi della partenza di Dany è davvero brutto… ma lui continua a dire di non fare facce tristi e che mica va in guerra… per cui camuffiamo un po’ lo stato d’animo e aspettiamo per poterlo accompagnare alla stazione dei pullman…
Credo che in poki abbiano avuto un saluto di addio come il nostro, degno dei migliori film… con tanto di scenata di Sara che gli si aggrappa alla gamba per non farlo andar via e poi lo sventolio di fazzoletti per salutarlo mentre il pullman pian piano si allontana!
Ma quando il bus gira l’angolo e lui non ci vede più posso fare quello che sapevo gli avrebbe dato fastidio.. ovvero… piangere :)
Sara già se lo aspettava .. sono proprio prevedibile.. o forse mi conosce troppo bene ;)

Si è fatta ora di cena e proviamo ad andare a mangiare all’Ascot Hotel dove sappiano che fanno dell’ottima carne che puoi cuocere a tuo piacimento su pietra ollare.
Quando finalmente ci servono, ci ritroviamo davanti più di mezzo chilo di carne a testa! Da star male per la quantità ma che buona!!!! ;)

6 Agosto 2006 – Arlie Beach

Oggi ci aspetta la prima lunga traversata per avvicinarci a Cairns dove finirà il ns. viaggio.
Il tratto è da Rockhampton ad Arlie Beach .
Arriviamo nel primo pomeriggio in una splendida cittadina sul lungo mare piena zeppa di deliziosi negozi… ci si illuminano gli occhi!
Prima di iniziare a far spese ci fermiamo in un’agenzia viaggi per prenotare l’escursione a Whitsanday per i prossimi due giorni.
Il ragazzo che ci lavora è un tipo alquanto buffo che a causa della troppa gente che arriva, entra in panico al punto di rispondere al telefono, mettere in attesa la persona e dimenticarsene! Mittico il nostro Mr Bean! :)
Ora finita la parte pratica ci armiamo di entusiasmo e carta di credito ed entriamo in tutti i negozi della lunga via centrale… ma nulla! Niente di caratteristico o simpatico o che vale la pena comprare come ricordo di questo fantastico viaggio… non è possibile! Ci arrendiamo all’evidenza solo dopo aver ripercorso la seconda volta la via e stanche morte torniamo in albergo e crolliamo addormentate dalle 17 alle 21 Nemmeno la sveglia puntata ci ha smosso dal letto prima!

Usciamo a mangiare e dopo aver preparato il borsone da portare a Whitsanday (lasceremo qui in hotel i bagagli pesanti) ci rimettiamo a letto.

7 Agosto 2006 - Whitsanday

Lasciamo la macchina in un parcheggio custodito di fronte al porto di Shute Harbour e ci imbarchiamo per Hamilton Island.

Dopo aver fatto il check-in in albergo, ci sdraiamo a prendere un po’ di sole. Purtroppo anche se la temperatura permette di stare in costume, nemmeno oggi riusciremo a entrare in acqua. L’oceano è davvero freddo e se consideriamo che qui è inverno e noi non abbiamo le mute è un’impresa davvero ardua!

Verso l’ora del tramonto, ci accorgiamo di essere circondate da tanti canguri che saltellano lungo tutta la spiaggia. Ci alziamo per fargli qualche foto e rimaniamo sorprese nel vedere che anche davanti alle camere dal resort è pieno.. insomma qui non hanno per nulla paura dell’uomo ed è bello poterli vedere ancora una volta così da vicino.

8 Agosto 2006 – Whiteheaven Beach

Oggi facciamo un’escursione organizzata su quella che è considerata la spiaggia più bella delle Whitsanday.. ovvero Whiteheaven Beach. Passiamo quasi tutta la giornata in barca per lo spostamento e per le tappe obbligate che ti fanno fare su altre isole. Ma lo spettacolo che ci si presenta compensa lo sbattimento!

Whiteheaven beach è una lunga lingua di spiaggia bianchissima e incontaminata ( l’isola non è abitata, non ci si può soggiornare e l’unico modo di vederla sono le escursioni organizzate come la ns.).
Insomma da raccontare c’è poco… solo sabbia, mare e il nulla… praticamente un paradiso :)
Oggi il cielo è per metà coperto da nuvoloni neri e per l’altra metà è di un azzurro limpido. Per cui facendo le foto da entrambe le direzioni sembra di essere contemporaneamente in due posti diversi..
Speriamo che il vento porti via i nuvoloni… sono davvero neri e segno di tempesta!

Verso sera ritorniamo al porto di Arlie Beach dove ci attende il primo contrattempo della vacanza. La macchina non parte più!
Anzi, non da proprio cenni di vita, nemmeno un piccolo brontolio del motore.
Ci accorgiamo di esserci dimenticate i documenti della Hertz nei bagagli lasciati in albergo… e di essere quindi anche senza numero di telefono da chiamare per l’assistenza.
Il custode del parcheggio cerca di rimetterla in moto attaccando i cavi alla batteria ma non ne concludiamo nulla. Cavolo, doveva succedere proprio ora che siamo rimaste da sole?
Decidiamo di prendere il pullman verso il paese (che dista 10Km) e di entrare in un ufficio Herzt a chiedere aiuto.
Ci dicono che ci manderanno qualcuno dell’assistenza ma che solo una di noi potrà salire con lui per tornare alla macchina.
Alla fine arriva una coppia di ragazzi su un furgoncino dall’apparenza molto tranquillizzante e così, mentre io vado con loro a vedere cos’è successo alla macchina, Sara torna all’albergo con i bagagli.
Conclusione: la macchina si mette subito in moto con i cavi per la batteria (il custode di prima si vede che non li sapeva usare!!!!) e ingenuamente chiedo preoccupata se la machina poteva lasciarci ancora a piedi… la risposta spontanea è stata: Se lasciate ancora i fanali accesi due giorni si!
Cavolo tutto questo per una piccola distrazione.. ma almeno si è sistemato tutto ;)

Anche oggi è finita… e ci sdraiamo distrutte a letto.
Mentre mi rilasso leggo tutti i depliant lasciati in camera e mi faccio incuriosire dalla pubblicità di un negozio specializzato nella realizzazione di Didgeridoo…
Gli unici modelli che ci erano piaciuti erano a Sidney… e deluse dal fatto che nemmeno in centro Australia ne avevamo trovati di belli avevamo deciso che nel viaggio di ritorno, durante le tante ore di attesa in aeroporto, saremmo tornate in centro a Sidney a comprarlo…
Domani mattina prima di ripartire ci dobbiamo per forza fermare a vedere se il negozio del volantino è davvero tanto fornito.

9 Agosto 2006 – Arlie Beach – Mission Beach

Alle 08:30 siamo già davanti al negozio in attesa che apra… e mentre sbirciamo dentro attaccate al vetro, leggiamo su un cartello che qui i Didgeridoo vengono dipinti in base alle richieste di ognuno raffigurando fino a un massimo di 5 soggetti a scelta che rispecchino le esperienze fatte durante il proprio viaggio… Questa cosa ci piace! Ma quando apre???
Mentre aspettiamo decidiamo di telefonare per poter prenotare la notte a Undara… deve essere un’esperienza unica, dormire immersi nella natura su i vagoni di uno storico treno dimesso e che è stato ristrutturato apposta per pernottarci. E poi ci piacerebbe pure visitare i famosi condotti lavici che si trovano nelle sue vicinanze.

Il negozio aprirà solamente alle 9:30 ma l’attesa sarà ricompensata. Il proprietario ci fa vedere una vasta scelta di legni che si trova dietro al negozio e ci aiuta a comporre il disegno in base alle ns preferenze… Alla fine ne comperiamo 4!
Chissà come usciranno… l’unica cosa brutta è che effettivamente i disegni li abbiamo visti sparpagliati sui modelli già pronti che c’erano nel negozio ma l’opera finita chissà come verrà.
Il costo varia parecchio in base a dimensione e tipo di disegno, cmq per un modello grande la cifra è di almeno 260€ compresa la spedizione in italia. (se invece volete solo un ricordo potete trovarne anche di + semplici in offerta a partire dai 60€ + spese di trasporto).

Prima di partire l’aborigeno che poi ce li dipingerà, ci da una mini lezione su come suonarli… e quante risate! Io e Sara non solo non riusciamo a emettere un suono che si avvicini lontanamente a quello originale ma finiamo completamente spompate per lo sforzo. E poi con tutta la cera intorno alle labbra sembra di essere dall’estetista per la ceretta! :D Dobbiamo proprio affinare la tecnica… ma quante risate!

Usciamo dal negozio che sono le 11 passate (ma la spesona richiedeva tempo) e saliamo in macchina pronte al lungo tragitto che ci aspetta per Undara (almeno 7 ore).
La sorpresa arriva quando, dopo 5 ore arriviamo a Ingham e fermandoci a chiedere informazioni sulla strada da seguire per Undara, scopriamo che quella che pensavamo di fare non è asfaltata e quindi non è percorribile con la ns. Corolla.
Per arrivare a Undara seguendo il percorso consigliato, di ore ne mancano 7!!!!! Cavolooooo!!!! Ora che si fa? Mica possiamo spararci 12 ore di fila di macchina guidando persino di notte!
Dobbiamo rinunciare e cercare lungo il tragitto verso Cairns qualche posto dove pernottare. Che delusione!!!!
Finiamo a Mission Beach… la prima cosa che ci lascia perplesse è il mare color caffelatte… dov’è finita l’acqua cristallina che abbiamo trovato su tutto il resto di costa??? Beh poco importa.. qui dobbiamo solo passarci la notte.

Siamo stanche morte e voglia di cercare una camera non ne abbiamo, per cui ci infiliamo nel primo posto che troviamo che è un ostello. Per 22 AUD a testa ci aggiudichiamo una cameretta piccola piccola che se non fosse per le pareti colorate di blu sarebbe uguale a una cella di Rebibbia! ;)

10 Agosto 2006 – Cairns

Ci svegliamo prestissimo (non che abbiamo dormito granchè a causa della paura per gli insetti) e partiamo subito verso Cairns. A me dopo un’oretta di macchina inizia a calar la palpebra e quindi ci fermiamo per una “salutare” colazione al Mc Donald’s Cafè. Muffin e cioccolata con Marsh Mallow! Se non ci è venuto l’acetone durante queste ferie non ci verrà più… ;)
Io però non riesco a riprendermi e così si mette alla Guida Sara… spero di riuscire ad aiutarla con le cartine per cercare gli hotel!!!!!
La ricerca si fa più difficile del previsto.. non riusciamo a trovare una camera libera da nessuna parte a causa di alcuni convegni che si stanno tenendo in città… e così dopo 2 ore di ricerca riusciamo a prenotare 2 notti in un posto e le restanti due che mancano alla fine della vacanza in un altro!
Nel pomeriggio facciamo un giretto per la città e Alleluia!!!! Abbiamo trovato il paradiso per lo shopping!!!!! Per oggi niente escursioni o mare… comperiamo senza sosta… e non ci sembra vero di avere sempre più borse piene tra le mani!
Finito di spendere soldi, crollo nuovamente per la stanchezza e così ritorniamo in hotel.

11 Agosto 2006 – Green Island

Oggi facciamo l’escursione a Green Island con tour organizzato di una giornata (38,00€ a testa che comprendono: traghetto, pranzo e a scelta un giro sulla barca con fondo trasparente per vedere la barriera oppure l’attrezzatura per fare snorkeling).
Lo “spettacolo” che ci sorbiamo in barca vi assicuro che è degno di un film ( Non so scegliere se comico o drammatico).
Dopo solo 30 minuti di navigazione (con mare calmo) scopriamo che, ad eccezione di una decina di persone, l’intera barca soffre di mal di mare. Ci guardiamo intorno e vediamo solo facce cadaveriche piegarsi a ripetizione verso i sacchetti per vomitare.
Noi allibite passiamo dallo stupore allo schifo vero e proprio, fino ad arrivare ad avere la risata isterica (ci immaginavamo la scena della giostra del film “Dennis” … avete presente?)
Insomma era assurdo! Un’intera barca in delirio con il mare calmo!

Finalmente sbarchiamo a Green Island… la barriera corallina qui è attaccata alla riva e dobbiamo per forza fare snorkeling!
Mancano due giorni alla partenza e non vogliamo tornare in Italia senza averla vista.! Alla Fantozzi cerchiamo di trovare il coraggio per immergerci nell’acqua gelida…. Una volta persa la sensibilità del polpaccio avanziamo per immergere tutta la gamba… e ora che siamo congelate per metà come si fa??? Non riusciamo nemmeno a bagnarci la pancia con le mani… figuriamoci!
Sara non so come riesci a immergersi e inizia, tremando, a farmi coraggio per entrare… io invece sono sul punto di tornare a sdraiarmi in spiaggia.
Facendola breve ci abbiamo messo 20 minuti per entrare in acqua, abbiamo visto un po’ di bei pesci ma causa congelamento dopo 15 minuti abbiamo rinunciato all’impresa.
Passiamo il resto del pomeriggio a prendere il sole e ci prepariamo a imbarcarci nuovamente per tornare a Cairns. Speriamo non ci siano le stesse scene di delirio dell’andata!!!!!!!!!

12 Agosto 2006 – Cairns

La tappa di oggi prevede Palm Cove a pochi chilometri da Cairns.
Appena arriviamo ci innamoriamo subito delle graziose casette lungo il viale alberato che costeggia il mare e dell’aria vacanziera che si respira qui. Purtroppo però c’è troppo vento e la spiaggia a quest’ora è microscopica (sicuramente nel pomeriggio il mare si ritirerà di decine di metri) e quindi non potendo goderci un po’ di sole come speravamo decidiamo di tornare a Cairns e passare la giornata in Laguna.

Per gli abitanti di Cairns dev’essere proprio un paradiso qui… l’immensa laguna è circondata da un grande parco e ci sia arriva semplicemente seguendo la strada principale della città verso il mare; attraversi una strada e ti sdrai dove vuoi! Ingresso libero e come sempre disponibilità di barbecue per cucinarti quel che vuoi quando vuoi! Perché non li adottano anche da noi questi sistemi?

13 Agosto 2006 – Cairns

Scrivere dell’ultimo giorno è quasi difficile quanto il primo… speravamo di prendere l’ultimo sole e ravvivare un po’ il colorito non ancora del tutto abbronzato.. ma il cielo è coperto e in attesa che si liberi un po’ ce la prendiamo comoda e alle 11:30 decidiamo di andare a mangiare…
La situazione però non migliora e anche se, armate di buona volontà, proviamo a sdraiarci in laguna, ogni 10 minuti siamo costrette ad alzarci per ripararci dalla pioggia che va e viene continuamente.
Dopo un po’, scoraggiate e infreddolite, ci arrendiamo all’evidenza e decidiamo di girare un po’ per negozi.
La sera ci spetta l’ardua impresa di riuscire a chiudere le valige!
In un tristissimo silenzio completiamo gli ultimi preparati e puntiamo la sveglia alle 3:30 del mattino.

14 Agosto 2006

Dopo aver lasciato la macchina all’ufficio Hetz e aver imbarcato i bagagli (che ci spediranno diretti a Malpensa) discutiamo su come organizzare l’ultimo giro a Sidney dove faremo un lungo scalo.
Almeno ci rimane ancora la gioia di rivedere l’Opera House e L’Arbour Bridge!!!!

Ma dopo aver passato il controllo al metal detector ci troviamo di fronte alla lunga fila per il timbro di uscita del passaporto… che strano.
Per sicurezza chiediamo e ci viene detto che, partendo da qui (voli internazionali) quello a Sidney viene considerato solo una connessione al volo successivo e che quindi impossibile uscire dall’aeroporto.
Che amarezza… in attesa di tornare a Sidney, dove avevamo visto uno stupendo boomerang da caccia dipinto in doth painting, non avevamo nemmeno considerato di acquistarne uno turistico. Come si fa a tornare da un viaggio in Australia senza boomerang? :(
Deluse e rassegnate lo comperiamo in aeroporto… dove non solo i prezzi sono più alti ma la scelta è scarsa e i modelli tutti rovinati.
Fortuna che non abbiamo aspettato a comprare anche il didgeridoo!

Sidney anche dall’alto è stupenda… la salutiamo dal finestrino dell’aereo sicure che prima o poi torneremo!



Girare l’Australia non è stato un semplice viaggio ma tanti messi insieme… posti, persone, climi contrastanti tra loro…

Ci porteremo sempre nel cuore le emozioni che ci ha regalato e sono sicura sarà così anche per voi!

Florida Orlando racconto di viaggio

Di Marco

Dopo le vicissitudini dello scorso agosto ci eravamo promessi di staccare un po' dalle vacanze in Usa, un po' per ricaricarci, un po' per evitare i casini provocati dal marasma turistico delle ferie, invece dopo 5 mesi dal nostro ultimo ontheroad la voglia di Usa si e' fatta sentire ed eccoci qua' a raccontare questa breve vacanza.
Siamo partiti da Milano il 2 febbraio, un volo tranquillo per le prime 4 ore poi una forte turbolenza ci ha accompagnato fino a Miami, facendoci ballare per oltre 5 ore. Sbrigate le formalita' d' ingresso ( oramai a Miami ci riconoscono ) abbiamo preso l' auto prenotata dall' Italia con la compagnia Enoleggioauto.it, un broker che offre dei prezzi veramente ottimi, una fullsize a 190 euro x 7 giorni assicurazione inclusa.
Ci siamo avviati verso Orlando proprio nell' ora di punta trovando molto traffico e code per uscire da Miami.
Alle 22 siamo arrivati all' hotel Ramada Inn Lakefront, due parole sulla sistemazione, prenotata con Venere.it grandi camere, stupenda vista sul lago e sui tooboga del Wet'N Wild connessione wireless gratuita.

Oggi abbiamo la spiacevole sorpresa di vedere che e' brutto tempo, una pioggerellina intermittente e un gran freddo, abbiamo deciso di andare ugualmente agli Universal Studios, ritirato il biglietto ai comodissimi terminal dell' Electronic Ticket dove ti vengono dopo aver inserito la carta di credito usata per la prenotazione stampati i biglietti validi 7 giorni che ti danno la possibilità di entrare a Universal Studios, Island of Adventure e Universal City Walk.
Il primo parco offre le seguenti attrattive, le abbiamo fatte tutte visto che le persone all' interno del parco erano veramente pochissime e le file erano inesistenti, meno che Jaws in quanto era chiuso per la manutenzione.
Shrek 4-DTM
Revenge of the MummySM
MEN IN BLACKTM Alien AttackTM
Terminator 2®:3D
Back To The Future The Ride®
E.T. Adventure®
Jimmy Neutron's Nicktoon BlastTM
Animal Actors On Location!SM
Jaws®
FEAR FACTOR LIVE
TWISTER...Ride It Out®
Earthquake®
Live Shows
Woody Woodpecker's Kidzone®

Questa mattina a colazione sulla CNN trasmettevano le ultime notizie sulla tromba d' aria abbattutasi su Lady Lake e guardando fuori il tempo non prometteva niente di bello.
In tarda mattinata visto che il cielo si apriva abbiamo deciso di andare ad Island of Adventure, anche oggi un freddo gelido ha tenuto lontano i turisti, era uno spettacolo camminare per il parco con pochissime persone.
Anche qua' abbiamo fatto le maggiori attrazioni, alcune molto belle, altre cosi cosi :
The Amazing Adventures of Spider-Man®
Incredible Hulk Coaster®
Doctor Doom's Fearfall®
Storm Force Accelatron®
NBC's iVillage Live
Popeye & Bluto's Bilge-Rat Barges®
Dudley Do-Right's Ripsaw Falls®
Jurassic Park River Adventure®
Pteranodon Flyers®
Dueling Dragons®
The Eighth Voyage of Sindbad®
Poseidon's Fury®
The Cat In The HatT
The High in the Sky Seuss Trolley Train RideT

Questa mattina e' apparso un pallido sole, abbiamo deciso di staccare un po' dai parchi e vivere una giornata all' aria aperta, ci siamo diretti verso la Sun,Space & Sea Coast praticamente nei dintorni di Cape Canaveral e TitusVille, veloce visita al Kennedy Space Center (l' avevamo gia' visto qualche anno fa') e poi via' verso Merritt Island Wildlife Refuge un oasi naturalistica molto bella peccato che il vento freddo ci abbia limitato molto.
In serata cena da Ponderosa stekhouse un ristorante dove con meno di 12 dollari mangi una bistecca da 12oz oltre a una vasta quantita' di cibo a buffet.
Oggi e' il turno delle altre due National Forest che avevamo programmato di visitare, finalmente e' uscito il sole e l' aria inizia a scaldarsi.
La prima N.F. e' la Blue Spring N.F. un posto stupendo dove e' possibile vedere liberi i Lamantini lungo in trail di poco piu' di un chilometro che costeggia il fiume.
Verso pranzo abbiamo deciso vosto che era a pochi km di tornare un po' a Daytona Beach, rituale foto al circuito automobilistico e via direttamente sulla spiaggia con l' auto ( 5 $ )
Nel pomeriggio abbiamo fatto l' altra N.F. la Wekiwa Spring State Park http://www.floridastateparks.org/wekiwasprings/ un altro posto veramente magnifico, silenzio, natura e grandi specchi d' acqua termale, sicuramente un posto da ritornarci.

Il giorno seguente siamo tornati agli Studios usufrundo del nostro biglietto unlimited ma purtroppo il sole e il caldo ha dato il via a quel meccanismo infernale chiamato turismo, tantissime persone, file e confusione, infatti allè' ora di pranzo siamo usciti dedicando visto che la temperatura era abbondantemente sopra gli 80 F il pomeriggio al sole e i bagni in piscina dell' hotel. Due note su questo albergo, Comfort Suite a Kissimmee uno stupendo hotel pulito, silenzioso, molto curato anche questo con connessione wireless gratuita in camera, una bellissima piscina e una comoda Jacuzzi hot tub dove siamo stati spaparanzati per gran parte del pomeriggio.
La sera lungo la 192 (West Irlo Bronson Hwy) e' un susseguirsi di locali, ristoranti e negozi aperti fino a tardi la scelta e' immensa, abbiamo optato per cena sempre al nostro affezionato Ponderosa Stekhouse.
Ultimo giorno
Mattina dedicata allo shopping presso il Premium Outlet Orlando http://www.premiumoutlets.com/outlets/outlet.asp?id=17 dove ho fatto man bassa di Levi's 501 a 37 dollari il paio, pomeriggio in piscina.
Ci siamo, e' arrivata l' ora del rientro, salutato Kissimmee abbiamo preso la Florida Turnpike e dopo meno di 4 ore siamo giunti all' autonoleggio (Dollar.com) riconsegnata l' auto siamo andati all' aeroporto e da li' via destinazione Milano.
Il volo e' stato molto tranquillo e veloce, addirittura e' durato 2 ore e 40 meno che all' andata.
Siamo tornati a casa gia' con la voglia di tornare negli Usa per il nostro 12o viaggio, la probabile data e' ottobre 2007 ma chissa' se la nostra voglia di Usa si fara' sentire prima...